giovedì 28 febbraio 2013

Giarre cenere e lapilli la normalità diventa emergenza



L'Etna ritorna nella sua ordinaria fase esplosiva che provoca cenere e lapilli sui paese etnei e non solo. La nube di cenere ha raggiunto diverse parti della Sicilia nei giorni scorsi e non sembra assolutamente interrompersi. Come già affrontato la questione, alla quale nessuno può opporsi, è un ordinario fenomeno alla quale pare dobbiamo abituarci per i prossimi tempi a venire. Analogamente a Giarre abbiamo già assistito al problema della pulizia delle strade e alla rimozione di tutti i cumuli e sacchetti che la gente rimuove dalle proprie abitazione. Questione che non riguarda solo Giarre e ivi avendo una valenza territoriale più ampia è opportuno che metta i comuni in condizione di essere autosufficienti alla rimozione dell'incombenza naturale. Insomma un pò come si fa con la neve che comuni e provincie posseggono mezzi spargi sale e spalaneve è necessario che i comuni e le provincie posseggano mezzi per la rimozione di sabbia e lapilli. Nulla di eccezionale insomma trattandosi spesso di mezzi abbastanza normali (bob-cat, camion, e al massimo spazzatrici opportunamente equipaggiate). Stranamente però pare ciò non avvenga, anzi i comuni (che lamentano le casse sempre vuote e provano a fare cassa con tutto) preferisco affidare i lavori di volta in volta a ditte esterne, incaricate sul momento a fior di quattrini. 


Giarre, ulteriore caduta di lapilli e cenere.
Circolazione e viabilità compromessi
Il caso di Giarre di poco meno di un anno fa, dove il sindaco Teresa Sodano decise di fare un debito fuori bilancio per ripulire la città, in tempi e condizioni che tutti ricordano. Costo dell'operazione oltre le 400 mila euro. Oggi si ripropone il problema e si stimano lavori per circa 250 mila euro minimo. Insomma abbiamo già sprecato quasi un milione di euro in meno di un anno e la normalità di un evento naturale, diventa emergenza. Quasi a dimenticare che si fior di dirigente e tecnici comunali dibatterono per mesi prima di capire che lo smaltimento della sabbia vulcanica non era un inerte e nemmeno un rifiuto e ivi non era costoso lo smaltimento medesimo. Stessa cosa su diversi altri comuni del territorio. A poco sono valse le interrogazioni alla Provincia di Catania del consigliere Arch. Salvo Patanè e di numerosi articoli e interazioni sui social network che hanno sottolineato l'obbligo della Provincia di rimuovere la cenere vulcanica (Legge regionale 11/2010 art. 37). Tutto svanito e pensare che anche alcuni sindaci hanno battuto in questa direzione, ma ad oggi nulla si è mosso. Sarà colpa del presidente dimissionario, della scarsa loquacità dei protagonisti o l'assenza di volontà degli interlocutore di ascoltare ma il problema non viene ad oggi risolto.
Tutto questo nonostante si riconosca il forte problema per la viabilità, il disordine delle nostre città senza pari, il pericolo -e i relativi costi di pulizia- di otturazione di tombini e grondaie dei luoghi pubblici. Pare a nessuno importi della salute dei cittadini che in questi giorni sono costretti a respirare le sottilissime polveri.

Concetto Barone

Nessun commento: