lunedì 11 ottobre 2010

“Uova terroriste”: tutti contro la Fiom

Cisl, contestata a Roma, Ivrea e Merate, dove però si entra scortati dalla polizia

Altra giornata di “uova terroriste” in volo contro le sedi Cisl, e di proteste. A Roma, a farne le spese è stato il palazzo di via Po, dove sono gli uffici del segretario generale Raffaele Bonanni. Ad Ivrea, invece, solo qualche scritta irriverente (Marchionne e Bonanni... sacconi di merda). A Merate, in realtà, sono state le stesse tute blu in carne ed ossa ad entrare negli uffici “recapitando” direttamente sulle scrivanie volantini e gadgets vari. Polemiche a non finire, ovviamente, da parte dei dirigenti “cislini”, di tutto il mondo politico, e della stessa Cgil. Il segretario generale della Lombardia Nino Baseotto parla di «atti prevaricatori». In realtà, tutto si è svolto con estrema calma. L’unica novità, semmai, è che due lavoratori siano riusciti ad entrare in una sede della Cisl.
Per il segretario generale della Fiom Lombardia Mirko Rota, i fatti sono «sono andati in tutt’altro modo». «Attorno alle dieci, quattro lavoratori, di cui due delegati della Fiom, si sono presentati davanti alla sede della Cisl. Dopo aver preavvisato le forze dell’ordine, due di loro, sotto gli occhi della forza pubblica, sono entrati nei locali e hanno consegnato un volantino. Gli altri due sono rimasti all’esterno. La storia è finita». Rota chiede di non strumentalizzare «proteste e mobilitazioni legittime».
Più forte da un punto di vista simbolico l’episodio di Roma, dove un gruppo di Action ha lanciato qualche secchiata di vernice rossa e un po’ di uova sui muri della sede nazionale Cisl in via Po al grido di «meglio un uovo oggi che senza diritti domani».
A fine giornata arriva anche la dichiarazione del segretario generale della Fiom Maurizio Landini. «Sono atti sbagliati e inaccettabili che contrastano con le regole democratiche del nostro Paese, che colpiscono sedi sindacali che rappresentano il mondo del lavoro». È per questo, si legge ancora nella nota firmata da Landini, che «tra gli obiettivi al centro della manifestazione del 16 ottobre vi è la richiesta di una piena pratica democratica nei luoghi di lavoro e nel Paese. Del resto la democrazia è diventata in questi anni un tratto d’identità della Fiom stessa». Lunedì è in programma un incontro chirificatore tra Fiom e Cgil.
«Contestiamo la Cisl e la Uil - si legge, invece, in una nota di Action - perché questi sindacati fanno parte di quella casta distante dai problemi quotidiani che decide a tavolino sulla pelle delle persone. Noi contestiamo la Cisl e la Uil perché crediamo che contestare con determinazione chi attenta le basi delle convivenza democratica sia in linea con le regole costituzionali che difendono la libertà di critica. Non contestiamo la Cisl e la Uil solo per solidarietà alla Fiom, ma perché le conseguenze delle scelte di Marchionne ci riguardano. Siamo precari, senza casa, migranti».
Raffaele Bonanni ne esce come l’eroe senza macchia e senza paura. La chicca arriva da Beppe Fioroni, già ministro della Pubblica istruzione nell’esecutivo di Prodi, ma evidentemente un po’ carente in storia, che in una dichiarazione parla di «strategia della tensione».
Particolarmente virulenta la reazione del ministro Maurizio Sacconi: «È ora di reagire con più decisione a una serie di azioni allarmanti, di atti violenti contro cose e persone anche attraverso, quando necessaria, la più ferma repressione degli atti criminosi. Troppa sottovalutazione, troppo perdonismo, anche in settori istituzionali, preparano solo attentati più gravi e l’affievolimento della democrazia. Adesso basta!».
Per il segretario del Prc, Paolo Ferrero, «chi lancia latte di vernice contro la sede della Cisl sbaglia. Sbaglia ancora di più ed è in completa malafede chi utilizza strumentalmente questo gesto sbagliato per attaccare e criminalizzare la Fiom».
Se il ministro del Lavoro promette uno sfacelo, chi lo mette in pratica è la Fiat che ieri ha recapitato due contestazioni disciplinari per uso improprio della email aziendale. Destinatari, guarda caso, due esponenti sindacali della Fiom. A denunciare il fatto, a due giorni dall’udienza in tribunale del caso Capozzi, il delegato Fiom licenziato a luglio per avere mandato una email con la quale invitava i colleghi a sensibilizzare i lavoratori sul referendum di Pomigliano, sono i segretari provinciale e regionale del sindacato, Federico Bellono e Giorgio Airaudo, secondo i quali si tratta di «un tentativo per alzare ulteriormente la tensione».
Un grido di allarme rispetto alle aziende in crisi arriva dai sessanta lavoratori delle ex fonderie Sabiem di Bologna. La Fiom parla di «situazione disperata» ed è pronta l’11 ottobre a “invadere” per protesta il comune di Bologna.
Fabio Sebastiani
in data:07/10/2010

Liberazione.it

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