Sergio Lari parla delle indagini sulle stragi e afferma che "inconfutabilmente Paolo Borsellino sapeva dell'esistenza di una trattativa tra Stato e mafia". E dunque: "O fu ucciso perché si oppose o Totò Riina decise di accelerare una strage già decisa da tempo perché la trattativa languiva"
di ALESSANDRA ZINITILa trattativa tra Stato e mafia ci fu e certamente fu la causa della strage di via D'Amelio. Il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari mette alcuni punti fermi nelle indagini sull'eccidio dell'estate del '92 e dice: "Le nostre indagini ci hanno consentito di accertare inconfutabilmente che Paolo Borsellino sapeva dell'esistenza di una trattativa tra Stato e mafia. Ne fu informato dalla dottoressa Ferrario il 28 giugno del '92. Da qui a dire che fu ucciso per questo non è scontato".
Due, secondo il procuratore, sono le ipotesi possibili: "O Borsellino fu ucciso perché si oppose alla trattativa o Totò Riina decise di accelerare una strage già decisa da tempo perché la trattativa languiva e non dava gli esiti sperati. Comunque la trattativa è il movente". Lari ha poi confermato che a gennaio la Procura chiederà la revisione del processo per sette dei condannati nei precedenti processi e ha aggiunto: "Stiamo ancora accertando le modalità esecutive della strage. Mi sento però di potere sfatare alcuni luoghi comuni, come ad esempio quello che il pulsante della strage fu premuto da qualcuno che si trovava a Monte Pellegrino".
(12 dicembre 2010)
Repubblicaweb
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