domenica 19 settembre 2010

Parisi a Bersani: «Mozione di sfiducia a Berlusconi»


Arturo Parisi incalza il Pd e propone formalmente al segretario Pierluigi Bersani di presentare una mozione di sfiducia al governo Berlusconi. La proposta, che nasce dall'esigenza di "fare chiarezza", viene subito appoggiata da Walter Veltroni, che ha partecipato con Parisi al convegno di Liberta' eguale. «Non possiamo aspettiamo che Berlusconi decida i modi e i tempi trasformando definitivamente la crisi della maggioranza nella crisi della democrazia -  ha detto Parisi - E' vero che da mesi assistiamo a lacerazioni della maggioranza di inaudita violenza - ha detto Parisi - ma come ci assistiamo? L'impressione e' che piu' he da attori lo facciamo da analisti e da spettatori, non come soggetto politico in grado di influenzarne l'esito. Possiamo accettare che di fronte alla crisi del berlusconismo il Pd attenda da 46 giorni da spettatore che Berlusconi le provi tutte, con le lusinghe e con le minacce, fino a trovare a questa crisi un termine e una soluzione». Per Parisi «piu' che la riduzione del nostro seguito al 25% il rischio e' che assieme alla funzione di governo il partito possa perdere la funzione di opposizione, mentre, da Bossi a Fini il centrodestra fa contemporaneamente governo e opposizione. Che cosa aspettiamo a chiedere finalmente conto in parlamento con una formale mozione di sfiducia chi sta con Berlusconi e chi contro? O aspettiamo che Berlusconi decida i modi e i tempi trasformando definitivamente la crisi della maggioranza nella crisi della democrazia? Per quanto tempo gli italiani dovranno continuare ad assistere alla campagna acquisti, e alle aggressioni a mezzo stampa, prima che che un appello nominale chiarisca definitivamente in parlamento chi e' stato intimidito e chi comprato?». L'esponente Pd ha sottolineato che «tutti proclamiamo la centralita' del parlamento ma non abbiamo assunto alcuna iniziativa che costringa il governo a rispondere in parlamento della propria crisi. Perche' aspettiamo Berlusconi e non agiamo con gli strumenti che il regolamento della Camera mette a nostra disposizione? Come non vedere la confusione nella quale si trova il paese? Che non si sappia se il governo c'e' o no? Se ha o non ha una maggioranza? Se e' sostenuto oppure no dai parlamentari eletti nelle liste della destra? Se invece vi sia qualcuno eletto nelle liste dell'opposizione che abbia cambiato campo e casacca? Vogliamo che questo spettacolo si trascini acconciandoci a presentare come un successo nostro un parlamento delle mezze misure e delle manovre confuse? Noi abbiamo una responsabilita' verso i nostri elettori e verso il parlamento: fare chiarezza». Facendo in modo che «tutti siano costretti a fermarsi un momento e ad interrogarsi, rispondendo si' o no, senza equivoci e senza commedie». (AGI)
Liberazione.it
in data:18/09/2010

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